Domenica, 19 gennaio 2020, alle ore 11.00, presso il Teatro Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo, 14), con un concerto del celebre pianista Vijay Iyer prende l’avvio l’imperdibile una nuova rassegna musicale presentata dalla Società del Quartetto di Milano e dal Teatro Franco Parenti. “Pianisti degli Altri Mondi” è il primo capitolo di una serie che si dedicherà a documentare la nostra contemporaneità musicale e le sue radici a tutto campo, nello scopo di offrire un panorama il più possibile ampio e completo dei suoni che oggi definiscono i nostri tempi e che cercano di dare risposte ai loro molti interrogativi. Si cercherà di fare ascoltare oggi la musica di domani, con i suoi molteplici linguaggi, le sue innumerevoli provenienze, le diverse tradizioni e culture che esprime in più campi, da quello accademico a quello improvvisativo sino alle nuove musiche di ricerca e di frontiera.
Non è stata perciò casuale la scelta di dedicare il primo capitolo di questa nuova iniziativa al pianoforte, uno degli strumenti iconici della tradizione europea, che ascolteremo “trasformarsi” dalle sue radici accademiche per diventare cassa di risonanza di rituali teatrali, culture di altri mondi, linguaggi un tempo lontani e che oggi, invece, ci sono sempre più vicini.
Né casuale è stata la scelta di inaugurare la nuova rassegna -che oltretutto segna il rinnovato interesse di una storica associazione musicale come la Società del Quartetto di Milano per la contemporaneità e il nostro futuro culturale- ospitando uno dei massimi protagonisti della musica improvvisata contemporanea. Vijay Iyer, improvvisatore e compositore di assoluto rilievo, da quasi due decenni esplora e allarga i nuovi confini della musica improvvisata africano-americana, inserendovi non solo una componente scritta sempre più sofisticata e una straordinaria maestria nel rileggere la classicità del jazz, ma aprendo le porte anche a una sensibilità timbrica e ritmica particolarmente ricca e complessa, derivante dalle sue origini indiane e dalla sua conoscenza delle culture asiatiche. Con l’arte musicale di Iyer l’improvvisazione si arricchisce di una nuova, diversa, mobilissima fisionomia, che guarda ai nuovi flussi migratorî che giungono al Nuovo Mondo portando con sé tradizioni e culture antichissime che creano nuovi dialoghi, nuovi vernacoli, nuovi sincretismi. A questo quadro composito Iyer aggiunge inoltre un inarrestabile flusso di idee e una fluidità improvvisativa fuori dal comune che sanno rielaborare in modo spettacolarmente nuovo una serie ampia di materiali tratti dalla tradizione africana- americana. Pur fortemente strutturato, debordante di spunti innovativi, ricco di colori cangianti e di una varietà ritmica apparentemente inesauribile, il pianismo di Iyer non si pone lontano dal pubblico, anzi ricerca un dialogo costante che l’autore sa rendere fortemente spettacolare e coinvolgente.
VIJAY IYER
Newyorkese di origini tamil, classe 1971, Vijay Iyer è uno dei pianisti che stanno definendo più chiaramente i contorni del piano jazz contemporaneo. La sua estesa discografia dimostra l’ampiezza dei suoi interessi musicali e la vitalità del suo stile esecutivo. Nelle sue prime prove da leader spiccavano le presenze di altri giovani destinati poi a salire all’onore delle cronache jazzistiche internazionali (Rudresh Mahanthappa, Steve Lehman, Mike Ladd), mentre nella più recente incisione (The Transitory Poems, 2018) lo si sente duettare con Craig Taborn, in un sensazionale incontro tra i tastieristi più rappresentativi della loro generazione. Approdato all’etichetta ECM (dopo significative pubblicazioni per Pi, Savoy Jazz e ACT), Iyer, che per l’ECM ha anche realizzato una superba e poetica collaborazione con il leggendario trombettista e compositore Wadada Leo Smith (“A Cosmic Rhythm With Each Stroke”) non si limita all’attività pianistica. Significative sono le sue composizioni pensate per altri gruppi (e anche per formazioni sinfoniche accademiche), come il celebre quartetto d’archi JACK Quartet, e le attività didattiche (insegna presso il Dipartimento di Musica dell’Università di Harvard).
Non sorprendono i riconoscimenti attribuitigli da una pubblicazione come DownBeat: pianista dell’anno (2014) e artista dell’anno (2015). E non meraviglia che l’arte di Iyer sia stata premiata con l’ambita e prestigiosa MacArthur Fellowship, di regola attribuita a personalità creative considerate “geni”.
Biglietti € 20
€16 (over 65, under 26)
Abbonamento 8 concerti € 120
In collaborazione con FAZIOLI e Peverelli&Morelenbaum Associati
Società del Quartetto di Milano – www.quartettomilano.it
Via Durini 2, 20122 Milano
Telefono 02 76005500
Teatro Franco Parenti – www.teatrofrancoparenti.it
Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
Telefono 02 59995206