PIANISTI DI ALTRI MONDI SUONA VANESSA WAGNER

 
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Con la nuova collaborazione tra il Teatro Franco Parenti e la Società del Quartetto si vuole offrire un nuovo modo di “fare musica” rivolgendosi ad un pubblico più ampio di quello che tradizionalmente viene ai concerti.

“Milano è una città culturalmente unica – dice Ilaria Borletti Buitoni presidente della Società del Quartetto – anche perché le istituzioni milanesi sanno collaborare e l’iniziativa Pianisti di altri mondi è il frutto di questo spirito che porterà al Franco Parenti per la Società del Quartetto artisti straordinari con programmi affascinanti”.

“La collaborazione fra il Teatro Franco Parenti con la Società del Quartetto di Milano sottolinea Andrée Ruth Shammah – porta nel nostro teatro una rassegna musicale di grandi interpreti che rafforza il nostro  costante interesse per la contemporaneità. Ancora una volta il Franco Parenti sarà il punto d’osservazione privilegiato  del panorama creativo internazionale, in una città come Milano, che oggi è il centro della vita culturale del Paese”.

La rassegna si configura come un viaggio straordinario in 8 tappe affidato a 11 musicisti dal mondo. Un percorso, ideato da Gianni Morelenbaum Gualberto, che spinge a varcare frontiere geografiche, stilistiche, temporali, attraverso più linguaggi e sincretismi. Per sfatare il mito di una musica contemporanea incomunicabile e arcigna e la fama ostile che accompagna molta produzione del Novecento musicale e per fare la conoscenza – non senza divertimento e levità – con mondi di grande fascino e complessità, di straordinaria varietà e vivacità. Per seguire gli sviluppi della cultura musicale accademica extra-europea, in particolar modo quella delle Americhe, dal Novecento fino ai nostri giorni.

Il cartellone è affidato a interpreti di grande notorietà e rilevanza internazionale e unisce impegno, spettacolarità e qualità, esponendo la molteplicità di esperienze che la musica vicina ai nostri tempi sa offrire.

Vanessa Wagner (9 febbraio)

Vanessa Wagner mette il suo ben noto virtuosismo al servizio di autori che hanno voluto porsi ai confini fra il linguaggio accademico e la ricchezza dei vernacoli che sincretismi e contaminazioni hanno disseminato lungo tutto il Novecento: l’inclinazione cinematografica di Michael Nyman, il lontano e poetico mondo baltico di Peteris Vasks, l’ipnosi timbrica di Hans Otte, il tratto incantatorio di Meredith Monk, il trascinante sciamanesimo di Moondog, il romantico minimalismo europeo di Wim Mertens, lo ieratico incontro fra linguaggio accademico e l’energia dell’improvvisazione elettrica di Bryce Dessner.

Giovane prodigio, Vanessa Wagner ha studiato a lungo la musica accademica, specializzandosi nel repertorio lisztiano e in quello francese novecentesco, per poi mettere tutto da parte e interessarsi ai rapporti fra strumenti acustici ed elettronica. Lavora da tempo con una celebrità dell’elettronica come il messicano Murcof, creando spettacoli in cui la pagina scritta viene rielaborata contestualmente dall’elettronica. Collabora poi con numerose compagnie teatrali francesi, come quella di Yoann Bourgeois, creando azioni teatrali sulla musica eseguita.