“PIANISTI DI ALTRI MONDI”

 
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UN VIAGGIO INCANTATORIO FRA I GIOVANI SUONI DI UN VECCHIO STRUMENTO
pianoforte
VANESSA WAGNER
Il Programma:
Moondog: Für Fritz (Chaconne in A minor)
Emilie Levienaise-Farrouch: Louella
Bryce Dessner: Ornament
Philip Glass: Etude 9
William Susman: Quiet Rhythms: Prologue and Action No. 9
Hans Otte: Das Buch Der Klänge 2
Philip Glass: Dead Things (dal film “The Hours”)
Meredith Monk: Railroad (Travel Song)
Moondog: Sea Horse/Elf Dance
Michael Nyman: The Heart Asks Pleasure First (dal film “The Piano”, ‘Lezione di Piano’)
Nico Mulhy: A Hudson Cycle
Gavin Bryars: Ramble on Cortona
Wim Mertens: Struggle for pleasure

Domenica 9 febbraio 2020, alle ore 11.00, presso la Sala Grande del Teatro Franco Parenti, la Società del Quartetto di Milano, in collaborazione con il Teatro Franco Parenti, presenta, per la rassegna “Pianisti degli Altri Mondi”, un appassionante recital di una fra le più acclamate interpreti della nostra contemporaneità, la pianista francese Vanessa Wagner.
Artista fascinosa e affascinante, pluripremiata virtuosa, dopo una luminosa carriera dedicata alla musica accademica, la Wagner ha scelto di testimoniare le correnti più vitali della nuova musica contemporanea, dedicandosi all’improvvisazione e al rapporto di quest’ultima con l’elettronica, grazie alle sue applaudite collaborazioni con un guru della musica elettronica contemporanea come il messicano Murcof.
Un detto inglese ben si adatta a questo straordinario concerto, che è ritratto fulminante e poetico dei nostri tempi: Old Bottle, New Wine, vino nuovo in vecchia bottiglia. La Wagner ci mostra, infatti, il “vecchio” pianoforte in una veste del tutto nuova e piena di irrinunciabili sorprese. La brillantissima pianista percorre il cammino tracciato da quei compositori che, nel Novecento e fino ai nostri giorni, provenienti dalle più varie e disparate esperienze musicali, hanno saputo articolare un linguaggio sofisticato, complesso ma aperto, incline a uno stretto dialogo con il pubblico e capace di stimolare l’impegno senza rinunciare all’idea di attrarre e rapire l’ascoltatore in un’esperienza poetica affascinante e condivisa quanto spettacolare e anche, perché no?, divertente.
Scorrono così, fra il Millenovecento e il Duemila, tre quarti di secolo, dall’ironia disincantata ma lirica e teatrale di un pioniere della contaminazione fra linguaggi come il leggendario Moondog all’intimismo ineffabile degli Studi del celeberrimo Philip Glass; dall’immaginifico cinematografico di Emilie Levienaise-Farrouch e di Michael Nyman (il tema principale dalle musiche per il film “Lezione di Piano” di Jane Campion, premiato con l’Oscar) all’arcano, calligrafico e visionario mondo sonoro di Hans Otte; dall’intenso lirismo ipnotico di Meredith Monk all’elegante arguzia di Nico Muhly; dall’affascinante minimalismo di Gavin Bryars e Wim Mertens alla trascinante commistione fra rock di ricerca e la scrittura accademica di Bryce Dessner o allo scatenato e acrobatico connubio fra musica colta, echi medievali e esaltanti ritmi afro-cubani di William Susman.
Un programma caleidoscopico che ci svela aspetti insospettati, sorprendenti, affascinanti, e coinvolgenti, e perciò a noi vicinissimi, delle musiche dei nostri tempi. Guidata dalla sua naturale curiosità, Vanessa Wagner ama viaggiare attraverso le vaste possibilità offerte dal suo strumento di elezione. Dalle opere scritte per il pianoforte alle composizioni contemporanee, l’eclettica e curiosa pianista ama essere coinvolta nei progetti più particolari e coraggiosi. Allieva del pianista Jean-François Heisser e di leggendari interpreti come Leon Fleischer, Alexis Weissenberg e Murray Perahia, nel 1999 ha ricevuto un Victoire de la Musique (equivalente francese dei Grammy Awards) come la più promettente giovane solista strumentale. Le sue registrazioni di Rameau, Mozart, Haydn, Schumann, Brahms, Rachmaninov, Debussy, Schubert e Berio hanno ricevuto splendide recensioni e numerosi riconoscimenti in Francia e all’estero.
Vanessa Wagner è stata premiata come Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres ed è stata direttore artistico del Festival du Château de Chambord a partire dal 2010. Da alcuni anni, come detto, collabora con un celebrato maestro dell’elettronica come il messicano Murcof, con il quale rilegge, rielabora, stravolge, letteralmente rimette a nuovo consunte pagine della letteratura pianistica classica.